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Droni e rilievi, ecco il business del futuro.

Da ingegneri a piloti: lo studio “3DeFFe” di Sanremo sperimenta “APR” per tutti gli usi


Droni e rilievi: ecco il business del futuro
Droni e rilievi: ecco il business del futuro

DRONI per ricostruire le dinamiche di un incidente, monitorare il traffico, la salute di una coltivazione agricola. Più semplicemente, misurare la realtà vista da ogni angolo, grazie ad immagini (fotogrammetrie) cento volte più definite di quelle satellitari. A Sanremo c’è chi ne ha fatto una professione, che va ben aldilà dell’uso ludico o commerciale per eventi, feste e matrimoni. Sono Luca Amatori e Simona Alauria, dello studio di ingegneria e architettura “3DeFFe”, ormai sempre più orientato verso la fotogrammetria aerea basata sull’uso di droni.

Un mese fa, in occasione di Halloween a Triora, un loro apparecchio radiocomandato si è levato in cielo con un compito speciale: «In accordo con la locale Protezione civile – spiega Luca Amatori – abbiamo inviato immagini sul traffico veicolare, che in occasione di questa manifestazione è piuttosto congestionato. Il centro di controllo riceveva le immagini in tempo reale e coordinava i volontari per aiutare a gestire i flussi. Naturalmente questo è stato fatto a partire da un luogo sicuro in zona non critica, l’apparecchio è sempre rimasto lontano dalle persone».


Dettaglio ortofoto scenario incidente stradale
Dettaglio ortofoto scenario incidente stradale rilevato con drone e metodo fotogrammetrico

È solo una degli usi che oggi può garantire un drone: «In Piemonte – continuano gli operatori “Apr” sanremesi – abbiamo portato a termine una sperimentazione sui vigneti in agricoltura. I rilievi permettono agli agronomi di cogliere in una visione d’insieme la salute delle piante». Risvolti tutti da studiare quelli che possono emergere da un’altra sperimentazione, in corso sempre in Piemonte: «In questo caso forniamo rilievi per una perizia giudiziaria in seguito di un incidente stradale. Le fotogrammetrie rendono un modello tridimensionale dell’auto incidentata da cui si può stabilire e soprattutto misurare ogni variazione rispetto ai dati di fabbrica del veicolo, così da ricostruire la dinamica dell’incidente stesso». Un uso professionale dei droni che però, a detta di chi li usa quasi ogni giorno, non entreranno così presto nella vita di tutti i giorni: «Si sente parlare di droni utilizzati per consegne a domicilio. Futuribile, forse, ma ancora prematuro. Oggi bisogna giustificare i piani di volo, gli apparecchi dovrebbero essere in grado di evitare ostacoli in sicurezza. E poi, un normale drone non può volare in condizioni meteo sfavorevoli. Infine dove potrebbe avvenire la consegna? Bisognerebbe dotare ogni condominio di un piccolo eliporto». Fantascienza, insomma, su cui però molti stanno già lavorando.

Enac: piloti riconosciuti e apparecchi certificati

Attesa in primavera la deroga per i mini droni, voleranno anche in città

FAR VOLARE un drone è sempre più un affare per pochi. Preso coscienza della drone – mania, l’Enac (l’ente che regola l’aviazione civile) ha emanato regolamenti sempre più stringenti per evitare l’uso sconsiderato di mezzi volanti sulla testa delle persone. Gli operatori di apparecchi radiocomandati sono iscritti in un registro nazionale (circa 700 in tutta Italia) che elenca i piloti abilitati e l’apparecchio usato.

Per pilotare in zone non critiche, lontano da agglomerazioni e centri abitati, è sufficiente il riconoscimento di pilota e velivolo. Altrimenti bisogna ottenere una specifica autorizzazione: la zona sorvolata deve essere sgomberata dagli assembramenti di persone e traffico veicolare. Ma i regolamenti sono in aggiornamento continuo e di qui alla prossima primavera le cose potrebbero cambiare: i piloti (certificati dopo regolare diploma di volo per “APR”) potranno sorvolare zone urbane con oggetti di piccole dimensioni, inferiori ai 300 grammi di peso. Quanto basta per trasportare una fotocamera di piccole dimensioni ma in grado di registrare foto e video di qualità più che dignitosa. Resta il problema della sicurezza: ad oggi non è possibile reperire ogni apparecchio in volo, magari risalendo in modo immediato alla posizione del pilota non autorizzato. Una sfida da risolvere per evitare usi impropri e criminali. Le sanzioni, del resto, sono equiparate a quelle dell’aviazione civile tradizionale.

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